Amsterdam 2010
Week-end ad Amsterdam
Un week-end ad Amsterdam è sempre una bella idea. Se poi ci aggiungi un concerto e la compagnia della tua splendida nipote è praticamente perfetto.
Il venerdì mattina Giulia ha un esame all’università che chiude con un bel trenta e questo ci mette già di ottimo umore. Andiamo a prenderla e partiamo direttamente per Malpensa da dove decolla il nostro volo per Amsterdam alle 15.00. Un’ora e mezza di volo e atterriamo in Olanda – Schipol.
Dall’aeroporto prendiamo il treno per il centro città e in meno di mezzìora usciamo dalla Central Station nel pieno centro di Amsterdam. Sono le 17.30 e fa un caldo pazzesco come a Torino. Compriamo una mappa e decidiamo di raggiungere l’albergo a piedi anche se non è così vicino: è già vacanza e ci va di guardarci intorno. Tappa a metà strada per una rinfrescante berretta e poi proseguiamo: alle 19.30 siamo in albergo. La stanza è carina, doccia e torniamo verso il centro per cenare. E’ venerdì sera e la movida in centro è incredibile. L’atmosfera è molto bella, allegra e rilassata. Ceniamo in un ristorante greco e poi gironzoliamo qua e là fino a mezzanotte e mezza. Albergo e nanna.
Sabato partiamo verso le 9.00: colazione in un bar in centro, poi parchi, museo Van Gogh – bellissimo – Anna Frank House, Royal Palace, canali, viuzze, biciclette, fotografie, birre, e pure il Red District (che di giorno lascia un po’ interdetti, con i gruppi di turisti accompagnati dalle guide che spiegano…..).
La giornata scorre e ci prova un po’ soprattutto per il caldo africano che non ci aspettavamo. Camminiamo praticamente per 10 ore filate. Verso le 18.00 aperitivo rinfrancate su uno dei mille canali e poi ancora una bella camminata per raggiungere il Wester Park dove ci sarà il concerto di Anouk. Ci arriviamo verso le 19.30 insieme ad una folla di migliaia di persone. Tutto è organizzato molto bene, neanche tre minuti di coda per entrare tra controlli e lettura elettronica del foglio-biglietto-ticket stampato da internet.
All’interno si comprano a delle macchinette tipo bancomat 10 o 20 o 30 o quanti vuoi euro di Munt (che sono tesserine di plastica che si spezzano in tasselli e così ai vari banconi per birre o panini non si fa nessuna coda (ne stacchi uno o uno e mezzo, nessun portafoglio da tirare fuori e resto ecc) e in pochi minuti abbiamo già le nostre belle birre fresche in mano. Ci sembra di essere in u n altro mondo, altro che Europa…
(Altri esempi di civiltà che mi vengono in mente al volo: nei localini del centro i prezzi sono normali, non ti chiedono di pagare subito, non abbiamo visto praticamente nessuno attaccato al cellulare, i mezzi pubblici passano tra la folla e le nuvole di biciclette senza barriere o cordoli di cemento, anche nelle zone centrali dove le auto possono passare in realtà ce ne sono pochissime…)
Ma per tornare a dove eravamo: ci piazziamo in mezzo alla folla e dopo poco comincia il concerto: ahhh che goduria….
Dopo un’ora di musica il cielo si fa livido e comincia a piovere infradiciandoci tutti: Visto che dopo 10 minuti smette ci pare èure un sollievo dalla calura accumulata nel giorno. Il problema è che ricomincia nell’ultimo quarto d’ora e tra vento lampi e diluvio sembra l’apocalisse. Finita la musica noi e altre 30.000 persone scappiamo dall’area del concerto cercando un riparo che non c’è: l’acqua viene giù a secchi e restiamo spiaccicati contro un muro per ripararci ma non funziona. Siamo marci come dopo un tuffo in mare. Giulia si accartoccia sotto un tavolino vicino ad un locale ma una grondaia le spara nei pantaloni 200 litri di acqua al secondo…tutto inutile, ci arrendiamo e usciamo sotto l’acqua. Finiamo con altre cinque persone nell’androne di un palazzo e cerchiamo di fermare un taxi. Impresa non facile visto che il muro d’acqua ci rende praticamente invisibili (o forse i tassisti non hanno nessuna intenzione di caricare sulla macchina degli stracci zuppi come noi). Nell’attesa veniamo allietati da una “ragazza” (beh, avrà avuto la mia età…) completamente fritta che saltella in mezzo alla strada, ci rutta nel collo, ci invita a casa sua, cerca di infilarsi nelle macchine che rallentano al semaforo, fa l’autostop, blocca i pullman, spinge le macchine in panne…un circo.
Dopo più di mezz’ora un pietoso tassista ci carica e arriviamo in albergo per una corroborante doccia calda, vestiti asciutti, tè caldo per Giulia, birra per Vali, Whisky per Sig nel bar dell’albergo. Sigaretta della buonanotte e a dormire. Siamo soddisfatti, anche l’avventura finale ci è piaciuta assai!
Domenica mattina ci facciamo una ricca e lunga colazione in albergo nel giardinetto interno, poi ricompariamo gli zaini con tutta la nostra roba ancora marcia da ieri e partiamo per gironzolare ancora un po’: visitiamo il birrificio della Heineken (enorme, interessante, molto ben organizzato) e poi camminiamo qua e là per riempirci gli occhi. In città oggi sta crescendo la febbre da finale mondiale ed è uno spettacolo: tutto orango, gruppi già in delirio su auto, biciclette e barche con parrucche, cappelli, orrende vuvuzelas e probabilmente molta birra in corpo!
Arriviamo a piedi fino alla Central Station attraversando il fiume di persone che invade il centro, poi treno verso Schipol, aeroporto, aereo e macchina da Malpensa a Torino. E’ già finito il week-end? Che peccato…
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