The Craterman
Spesso durante i nostri viaggi abbiamo vissuto esperienze che meritavano di essere raccontate con maggiore respiro rispetto al diario, con più inventiva, con enfasi, con ironia.
Per questi motivi abbiamo raccolto qui quelle che per ora hanno visto la luce. Altre sono ancora nel cassetto ma appena possibile si aggiungeranno alle esistenti per arricchire queste pagine che mescolano realtà e fantasia.
Buona lettura.
The Craterman
Nella foresta
Si alza ogni mattina quando tutto il villaggio ancora dorme. Prepara una sacca con qualcosa da mangiare, pennelli e un nuovo barattolo di vernice. Un veloce passaggio all’ ufficio postale, forse è arrivata una nuova lettera. Forse no. Si incammina per il sentiero verso la montagna, alle sue spalle la spiaggia bianca e le palme, davanti la foresta. Il primo tratto è tutto in pianura, attraverso piccoli villaggi di tre, quattro case. Qualche contadino è già chino sulla terra, qualcuno passa a cavallo, maiali e galline attraversano il sentiero. Per un lungo tratto la foresta ricopre ogni cosa delle più svariate sfumature di verde. Qui chi coltiva lotta ogni giorno per strappare la terra a questo intrico. Ma se ci riesce la terra ringrazia e ricambia con una generosità mai vista: verdure e tuberi commestibili di ogni foggia e dimensione immaginabile, OGM naturali cresciuti all’ombra di alte palme e nel segreto della foresta. Il Craterman conosce ogni sasso di questo sentiero che percorre due volte al giorno. Duo ore di cammino all’alba in salita, verso la vetta della montagna, alla sera in discesa verso valle. Il monte Matavanu lassù lo aspetta. La strada per raggiungere la cima è stata in parte costruita dalla tenacia del Craterman, a colpi di machete, da ripetere ogni giorno perché basta una notte alla piovra verde per inghiottirsi la via. Man mano che si sale il fitto della vegetazione si dirada e da un certo punto in poi, voltandosi indietro, si può dominare la valle. Il mare laggiù è una striscia blu luccicante, distante, troppo distante per gli occhi del Craterman. Lui guarda a monte, punta alla cima, al suo amato monte Matavanu, alla profonda bocca vulcanica, al silenzio delle nuvole cariche di pioggia.
The blue house
Sulla cima del monte, a poche centinaia di metri dal cratere, sorge la Blue House, quattro assi di legno dipinte di blu elettrico: è il rifugio diurno del Craterman, la sua postazione di controllo, l’avamposto del guardiano. Qui trascorre gran parte della giornata. Da qui parte per esplorare la bocca del vulcano, per ripulire l’ultimo tratto di sentiero nella foresta che circonda l’immenso precipizio del cratere, una foresta dove all’ombra e nell’umido crescono piante di succosi ananas e sbocciano fiori di decine di specie diverse. Sotto il tetto precario della Blue House il Craterman ascolta musica da una radiolina gracchiante mentre dipinge tavole di legno di vari colori che portano le scritte lasciate in dono dai visitatori del suo eremo. Dipinge, ascolta, cammina per i sentieri. Misura il suo regno.
Candle in the wind
Il Craterman ha seminato il sentiero, dalla valle alla vetta, con i suoi strani segnali: le tavole di legno colorate sono appese qua e là ad un albero, ad una roccia, ad un palo. Quadri neri, bianchi, rossi, azzurri, le scritte in tutte le lingue conosciute e sconosciute. Più la sua nuova lingua fatta di un inglese curioso, scritto come è parlato. con aggiunte di numeri e segni. Il Craterman è un vero e proprio re: ha la sua lingua, il suo regno, il monte Matanvanu, il suo popolo, uomini e donne di tutto il mondo che attraversano mari e cieli e terre per venire a conoscerlo. Forse a breve batterà moneta. Ai cartelli dipinti con le frasi regalate dagli ospiti il Craterman mescola singolari tavole vergate con i titoli delle canzoni che più ama, conosciute per caso grazie alla fida radiolina a pile.
Chissà se Elton John potrà mai immaginare che sulla vetta di un monte samoano, sulla cima di una strana pianta tropicale, vicino ad un sonnecchiante vulcano in attesa di risvegliarsi, troneggia un bel cartello che recita a lettere cubitali “Candle in the wind”.
Lassù anche noi abbiamo lasciato il nostro testimone muto. Il re l’ha scritto per noi, e ora lo veglia, come veglia tutti gli altri, insieme alla foresta, insieme al vulcano.
Fanq Craterman 4 da Gr8 tour.
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